heaven in hell

ovvero come un demone conquista un angelo

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  1. 1Daniel1
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    ora dimmi che hai finito il nono capitolo e sei pronta a postarlo u.u
     
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    *prende fiato*no
     
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  3. Genesy94
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    *prende il fucile da cecchino e inizia a sparare il bahamut negli occhi, per poi infiliarsi nel bunker e puntarle l'arma addosso* non mi dire che é adrienne la rossa del sogno! *lo dice in modo piagnucoloso.*
     
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    amore, ma quando Alexander ha chiamato la rossa 'adrienne' dov'eri?
     
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    Capitolo Nono
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    Mi svegliai tra le braccia di Adrianne, osservandola, mentre dormiva al mio fianco. Quel sogno era così reale, talmente reale che non sapevo se si trattasse solo di un sogno, oppure era la pura realtà.
    Mi alzai, facendo attenzione a non svegliarla, ed andai in bagno per sciacquarmi il viso. Guardai allo specchio il mio riflesso, e poi Adrianne. Non sapevo cosa provavo nei suoi confronti.
    L’amavo? No, sapevo di non amarla.
    Mi piaceva? Si. Ed anche tanto.
    Sospirai, sentendo una leggera vibrazione proveniente dal comodino e quindi mi girai, avvicinandomi a prendere il cellulare della demone. Non avevo né il permesso né l’autorità di curiosare nel suo cellulare, ma ignorai la mia coscienza e lessi il messaggio, che era da parte di un certo Alexander.
    <<come va tesoro? Non ti fai sentire da un po’ così ho pensato di contattarti io. Mi manchi molto… anche a mio fratello. Vabbé, rimarrò qui ad aspettarti, come sempre… Ti amo. >>
    Improvvisamente, sentii freddo, come se qualcuno mi avesse versato un secchio di acqua gelata addosso. Solo che quel freddo era ben più profondo, e proveniva dal mio cuore. Era una tristezza assoluta, ma ad essa si unì lo stupore della consapevolezza che ciò che avevo sognato era vero, era la realtà. Si diceva che tra gli angeli c’era chi avesse il potere della preveggenza o della divinazione, ma non c’erano casi che tali poteri si sviluppassero prima che crescessero le ali.
    Scossi la testa e il mio sguardo cadde su Adrianne, ma il solo guardarla mi ferì. Mi sentivo presa in giro da lei. Andai a stendermi sul letto, evitando qualsiasi contatto con la demone, e sforzandomi inutilmente di non piangere. Alla fine la stanchezza ebbe la meglio su di me, facendomi dormire.

    Il mattino dopo Adrianne mi svegliò baciandomi la guancia, come al solito. La guardai, prima tristemente, poi arrabbiata. La scostai da me, abbastanza in malo modo, e mi guardò con sguardo interrogativo.
    “Syriene… Che hai?” tentò di accarezzarmi il braccio, ma mi ritrassi al suo tocco.
    “Non ti sei scocciata di ingannarmi per tutto questo tempo?” le chiesi, fredda e tagliente.
    “Ingannarti?... ma di che stai parlando?”
    “Non fare la finta tonta. So di te e Alexander… L’amore della tua vita, immagino. Bhe, allora va a svegliare lui!” andai in bagno, chiudendo la porta a chiave, senza ascoltare Adrianne che mi implorava di farle spiegare tutto.
    Mi feci una doccia veloce, e quando uscii, Adrienne se ne era andata. Forse si era già diretta a scuola. Meglio, almeno non l’avrei incrociata.


    Alexander… Cosa aveva fatto questa volta quell’idiota?!
    Mi diressi nel luogo dove ero sicura che l’avrei trovato, arrabbiata nera con lui. Nei quartieri demoniaci, le mie mani divennero artigli, cosa che non sorprese nessuno. Non era raro che un demone si arrabbiasse così tanto da mutare le mani.
    Trovai Alexander in un vicolo, che parlava con Alex, suo fratello.
    “Adrianne, che ci fai…?” Alexander non riuscì neanche a finire la frase che lo presi per il colletto della maglia e lo sbattei contro il muro dolorosamente. Lui fece un sorriso malizioso, ma glielo feci sparire quando gli diedi un pugno in faccia. Alex ci guardava, senza neanche tentare di calmarmi. “Sei un idiota, Alexander… solo un idiota!” Iniziai a trattarlo come uno di quei sacchi per allenarsi durante la box, finché non lo lasciai, ed iniziai a piangere. Alex mi abbracciò, mandando il fratello, che si stava rialzando, a prendere da bere.
    “Cosa è successo, Adrianne?” e, come al solito, gli dissi tutto, piangendo. Gli dissi del primo bacio con Syriene, e del fatto che ero innamorata di lei. Come non avrei potuto innamorarmi di lei, di quel suo sorriso incerto di quando era imbarazzata e contenta e di quel suo timido modo di fare? Alex non disse niente, ascoltandomi e consolandomi da bravo amico. Alexander tornò poco dopo, e mi porse una bottiglia di birra. La tracannai velocemente, finendola in poco tempo. Guardai il ragazzo, notando che aveva dei graffi dove l’avevo picchiato, ed un segno rosso, come per ricordare la mia mano attorno al suo collo per tenerlo alto mentre lo picchiavo.
    Non mi sentivo in colpa per averlo picchiato, e sorrisi ad Alex, asciugandomi le ultime lacrime. “Alla fine, perché mi hai picchiato?” chiese Alexander.
    “Perché così la prossima volta impari a mandare messaggi meno sdolcinati.” Il ragazzo mi guardò, e, intuendo ciò che era successo, disse: “Diamine! Adrianne, non pensavo che fosse stato tanto…”
    “Non m’importa ciò che pensavi, Alexander. La maggior parte delle volte combini sempre guai.” Mi alzai, salutando Alex, e me ne andai, più calma di come ero arrivata.
    Adesso, dovevo solo riconquistare Syriene. Bhe, voleva dire che finalmente avrei potuto rispettare la mia natura di succubo.

    Edited by † Nezumi † - 12/5/2012, 15:19
     
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  6. 1Daniel1
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    evvai un'altro capitolo, sono euforico dalla gioia *ç* e mi è pure piaciuto, c'è tutto, fraintendimenti, riflessioni, un pizzico d'amore, c'è VIULENZA (XD) c'è tristezza e c'è desiderio di ri-ottenere ciò che si è perso per colpa di un idiota. un capitolo delizioso *si lecca le dita con cui ha mosso la barra di scorrimento usando il mouse*
     
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  7. Genesy94
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    bellissimo questo capitolo^^ non vedo l'ora di leggere il continuo. Questa fan fiction ti sta venendo veramente bene amore. Un po' di pulizia dagli errori grammaticali e la pubblichiamo sull'efp
     
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    Capitolo Decimo
    La caduta dei puri




    “In passato, noi eravamo alti nei cieli e brillavamo sotto lo sguardo dell’Altissimo. Ognuno aveva il suo compito, ma tu ci hai resi impuri, ingannando i nostri cuori. Siamo caduti, con te ci siamo perduti. Mai più la pace e la serenità riempiranno i nostri cuori, e come ingenui quel giorno non pensammo a tutte queste conseguenze.
    Ormai il tuo volere si è avverato, la divina creatura si è corrotta a tal punto che il peso dei suoi peccati l’ha schiacciata. Ma non sei ancora soddisfatto, vero? Pensi ancora alle parole pronunciate dalla creatura portatrice della volontà divina, volontà a cui tu stesso ti sei opposto? Oppure hai paura che la sua profezia sulla sua caduta si avveri, e ti prepari ad intonare l’agnus dei per essere perdonato?”
    Tenevo davanti a me il foglio con la profezia umana, e, con voce soave, la lessi:
    “un giorno, verranno in due
    Uno seduttore, portatore di bene
    Ma nascosto dal male.
    L’altro figlio dell’eterno male,
    nascosto dal bene ma portatore di oscurità
    le ali piumate ne uccideranno uno
    le ali draconiche accoglieranno l’altro
    Lacrime e sangue risveglieranno i loro poteri
    Guidati dalle passioni
    Le loro mani decideranno le sorti…”

    Sorrisi, accartocciando il foglio, e con un gesto lo bruciai.
    “Oh, piccolo angelo caduto, quale pezzo della scacchiera adesso muoverai per salvarti? Quante altre persone saranno pronte a lottare con te? E quanti vecchi alleati ti tradiranno?” Guardai il cielo azzurro dalla cima dell’edificio, quando sentii un rumore dietro di me. Mi alzai, e notai che era solo Lucifero.
    “Da quanto tempo sei qui?”
    “Seraphiel… Nonostante siano passati tanti anni, sei ancora così sospettosa nei miei confronti?” Gli scoccai un’occhiataccia, per poi dire: “non chiamarmi così. Lo sai che ho abbandonato quel nome da secoli ormai, Lucifer… portatore di luce… quale nome più sbagliato per te” Ghignò e disse:
    “Allora, vuoi che ti chiami con il tuo nuovo nome, Syz?” Sbuffai, e poi lo osservai. I capelli castani gli cadevano sul viso, scompigliati, mentre i suoi occhi sanguigni mi fissavano. Sostenni il suo sguardo, senza paura.
    “Preferirei, grazie.” Sibilai, irritata.
    “Ricordo ancora quando eri alta, nel cielo e difendevi Metatron. Eri la più brillante dei serafini eppure sei caduta con me. E’ bastato così poco a corromperti, Seraphiel? E’ bastato solo che ti accogliessi tra le mie braccia per farti diventare pronta a tradire colui che servivi, pur di rimanere al mio fianco?” Arrossii leggermente, e dissi: “Ho smesso da tempo di essere una pedina sulla tua scacchiera, Lucifero.” Mi girai e iniziai ad andarmene, pronta a volare via.


    Tornai a casa, seguita da Adrienne, che stava in silenzio. Erano passati dei giorni, e la evitavo. Ormai, si era arresa, ma vedere il suo sguardo spegnersi quando mi guardava era terribile.
    Questa volta, quando andai in camera mia, lei mi seguii, e disse: “Dobbiamo parlare. E non tentare di fare l’evasiva.” La sua voce era decisa, così come il suo sguardo. Anzi… il suo sguardo era strano. Ipnotizzante quasi. Mi sedetti sul letto, e la guardai, dicendo: “parlare di cosa?”
    “Di noi. Diamine… non mi hai neanche ascoltata.” La guardai, e mi sentii in colpa, così abbassai lo sguardo.
    “Bhe… non c’è molto da dire.” Non le potevo dire del sogno, probabilmente mi avrebbe presa per pazza.
    “Alexander è il mio ex ed è un… - sembrava che cercasse la parola giusta – un… un idiota! Per farla breve. E… non aveva il diritto di mandarmi quel messaggio…” mormorò, tristemente.
    “Allora chi era che dovevi sedu-…” mi fermai troppo tardi per impedire a quelle parole di uscirmi da bocca, rovinando tutto.
    “Non dovevo sedurre nessuno… non questa volta.” La guardai, e pensai ad un animale ferito. Così mi sembrava Adrienne in quel momento.
    “Allora…” non finii la frase, finendola però nella mente: ‘allora chi hai dovuto sedurre, Adrienne?’
    “Syriene, non voglio… - abbassò lo sguardo e mormorò – io… io ho trasgredito le regole… mi sono innamorata di te.” Quella frase mi lasciò di sasso. Non avevo mai pensato che Adrienne si fosse innamorata di me. Avevo sempre pensato che fosse solo un divertimento, per lei… ed invece…
    “Vieni qui… e chiudi la porta.” Dissi, e lei obbedì, silenziosa. La presi per mano e la feci sedere accanto a me, per poi prenderle il viso tra le mani e baciarla. Appena mi staccai mormorai, piano: “Ti amo, Adrienne… Al diavolo quelle stupide leggi!” Mi guardò, felice, e mi baciò, insinuando la sua lingua nella mia bocca. Mugolai, e poi, continuando a baciarci, finii stesa sul letto. La guardai con sguardo innamorato, così come il suo. Si chinò a baciarmi il collo, dopo aver mormorato quelle due parole proibite. Iniziò a togliermi la maglietta, mentre mi baciava. In quel momento, la porta di camera mia si aprì, e mia madre ci fissò


    Sorrisi, vedendo Seraphiel – o, come si voleva far chiamare ora, Syz – volare via. E mormorai, con un ghigno sul volto: “Che si aprano le danze per il massacro!”
     
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  9. 1Daniel1
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    ANCORA, ANCORA ANCORA, ANCORAAAAAA O_O, ancoraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, voglio il prossimo....ora inizia lo scandalo e l'inizio della fine(o almeno secondo me quando la frase finale del capitolo è qualcosa come quella frase...significa solo l'inizio di una fine sconvolgente, che come questo capitolo, non trovo aggettivi per descriverlo, perchè come fai a dire che è bello,stupendo, meraviglioso, incredibile, esaltante, che ti viene voglia di fare di questa fan fic una religione e metterla al posto del cristinesimo...però in una sola parola?) metti voglia di scrivere a me una fan fic (sei tu la mia fonte d'ispirazione...però la prossima me la invento di sana pianta)
     
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  10. Genesy94
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    e ci voleva lo scandalo, ma adrianne non sa chiudere le porte? XD
     
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    adrienne: no non le so chiudere le porte ok? >.>
     
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  12. Genesy94
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    cacchi tuoi adrienne <.< beh se ora allontanano syriene da te, io sono disponibile xD però le porte le chiudo io
     
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    Syriene: va a quel paese je >.> lei mia è.é
     
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