Un incontro nel ghiaccio

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  1. Homu
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    Yami

    'Mia signora, la mia creatrice mi sta chiamando a se' disse l'uccellino telepaticamente.
    Lo guardai incuriosita e gli ordinai di andare da lei, senza farsi sfuggire niente. Lui assentì e volò da Ice.
    Uscii pure io, in cerca di qualche svago, per cercare di togliermi dalla testa il sogno.
    Avevo fatto tutto per lei. Mi ero fatta cacciare fuori di casa. Non glielo avrei mai detto ma l'avevo notata parecchi anni prima di quando la presi sotto la mia ala protettrice. Mio padre non mi perdonò il mio insistere su salvare un mezzodemone.
    Scossi la testa vigorosamente, cercando di cancellare tutti i ricordi che mi venivano in mente.
    Chissà se hai sentito freddo Ice. Da quando mi hai lasciata però, ho incominciato a sentirlo io'. pensai in un momento di debolezza
    Mi spinsi nelle zone più remote del paesino per saziare la sete di sangue. E la ritrovai lì, con un cappuccio che le copriva il volto e la sagoma della spada sulla schiena. Era a due passi da me. Avrei potuto avvicinarmi a lei e svelarmi, ma volevo divertirmi ancora un po'.
     
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    Ice

    Guardai l'uccellino, che ora era sul mio dito, cercando di ricavarne informazioni, senza trovare nulla. Lo presi in mano, facendolo scomparire.
    Era inutile, ormai, e non mi serviva più. Mi guardai attorno, e sospirai, abbassando per un attimo lo sguardo, e facendo scivolare la neve dalla mia mano, facendola finire a terra.
    Mi parve quasi di sentire la sua voce a ciò che avevo fatto 'potevi lasciarlo libero, invece di ucciderlo'
    Alzai la testa, sapendo che i miei occhi erano - se possibile - più chiari di come erano già normalmente. Sentii un piccolo brivido percorrermi la schiena, e, non seppi perché, ma mi voltai, guardando una figura in un vicolo. Non seppi perché, ma mi sembrava familiare. Capii solo dopo un secondo chi fosse e mormorai il suo nome a bassa voce, quasi sussurrandolo.
    "Yami..."
     
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  3. Homu
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    Yami

    Il suo sussurro fu come un grido alle mie orecchie. Corsi via, nascondendomi all'ombra di una casa ed evocando l'oscurità per proteggermi.Rimasi in ascolto del rumore dei suoi passi che, invece di avvicinarsi a me, si allantonavano. Ero nervosa, non volevo andasse a fiinire così. Uscii dal paesino e andai alla ricerca da gente da usare come pasto.
    Sentire il sangue scendermi dentro la gola era una sensazione sublime ma... non era il suo sangue. Mancava qualcosa.
    Mi appoggiai ad un tronco di un albero con due corpi al mio fianco. Sospirai e lasciai i corpi alle bestie del bosco.
    Ora dovevo calcolare freddamente tutte le mie prossime mosse. Sperando di averne ancora. Sì, perché poteva avermi riconosciuto, per poi pensare di essersi sbagliata.
    Diedi diversi pugni all'albero alle mie spalle e questo iniziò a cedere. Da quanto non sfogavo la mia rabbia in questo modo.
    Mi diressi alla mia abitazione e, una volta giunta lì mi sedetti sul letto, con le gambe strette al petto,cinte dalle braccia, la fronte sulle ginocchia e le ali che coprivano ogni luce proveniente dalla finestra.
    "Ice..." sussurrai prima di addormentarmi.
     
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    Ice

    La inseguii dopo un attimo, ma lei sembrava esser svanita nel nulla. Senti una lacrima colarmi lungo la guancia, ma la asciugai subito.
    Non era stato frutto della mia immaginazione, doveva essere Yami.
    Quando l'avevo vista, avevo provato varie emozioni: incredulità, stupore, paura, e sollievo. Sollievo di sapere che era ancora viva, che suo padre non l'aveva uccisa.
    La cercai per un po', senza risultati, così decisi di tornare a casa.
    Era giunto, infine, il giorno in cui la avrei rivista.
    Mi stesi sul letto, stanca, e mi voltai, ricordando i tempi in cui avevamvo dormito assieme.
    Erano così lontani quei giorni, che sembravano quasi appartenere ad un altra epoca, ad un altra persona.
    Chiusi gli occhi, cercando di addormentarmi.
     
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  5. Homu
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    Yami

    Sollevai piano le ali e vidi che era giorno. Dannato sole, quanto era forte. Avevo ancoa il gusto di quel sangue di infima qualitá che avevo bevuto ieri sera. Mi alzai dal letto e andai in cucina per vedere cosa'era di commestibile. Optai per uovs fritte e bacon.
    Poi Ice mi tornò in mente. Le notti in cui lei abbracciava me e quelle in cui io coprivo lei con le ali. I giorni in cui tutti mi guardavano schernendomi e lei mi proteggeva spostando la mano verso la spada. E il giorno in cui, con quella spada aveva ferito me.
    Oggi avrei sistemato le cose.Mi strappai una piuma dalle ali e creai un famiglio sotto forna di aquila e gli ordinai di depositarla davanti a casa sua.
    'Ice... rimpiangerai il fatto di avermi abbandonato.' pensai guardandomi allo specchio, dove due occhi viola mi fissavano.

    Edited by Nezumi - 20/4/2014, 09:54
     
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    Mi svegliai, sentendo qualcosa picchiettare vicino alla porta.
    "Chi diamine è a quest'ora?" Aprii la porta, senza trovare nessuno ad attendermi, solo una piuma nera. La toccai, pensando che era di Yami. Mi girai, guardando la casa. Non avevo molto cibo, e tra poco sarebbe arrivato l'inverno.
    'lei viene ad ucciderti e tu pensi al cibo'come al solito il mio cervello mi ricordò la verità, ma sbuffai.
    Mi lavai e mi vestii velocemente, prendendo uno zaino per portare la carne, arco e frecce e mi diressi verso il bosco, portando la piuma con me. Era strano, ma avere quella piccola e leggerissima cosa con me mi faceva piacere, e riuscii a prendere un cervo velocemente.
    Persi tempo a spellarlo e a lasciare lì le parti che non mi servivano, prima di tornare a casa. Mi chiesi se l'avrei trovata davanti alla porta o no.
     
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  7. Homu
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    Yami

    Il mio famiglio tornò indietro, così lo feci sparire. Mi ravvivai i capelli, guardando per un secondo il fiocco rosso.

    Ero accoccolata nel letto, con le ali che mi coprivano la faccia. Sentii bussare alla porta e, poco dopo che permisi a chi bussava di entrare, dei passi. Avrei riconosciuto quei passi ovunque. Alzai leggermente l'ala per verificare se la mia intuizione era giusta, poi la riabbassai.
    -Cosa vuoi Ice?- dissi senza alzare la testa.
    -Ecco... volevo darle una cosa...-
    -Lasciala da qualche parte, poi la vedrò- dissi stringendomi più a me stessa.
    Lei si avvicinò a me, si sedette sul letto e mi mise qualcosa sui capelli. Alzai l'ala e la guardai, notando che era leggermente rossa.
    -Le sta benissimo, mia signora-


    Scrollai le spalle e mi diressi verso la finestra, spiccando il volo e andando molto velocemente a caa sua.
    Una volta giunta lì, una mezzoretta dopo, non vidi nessuno in casa, così decisi di aspettarla. Accantonai il ricordo degli anni passati insieme a lei, mentre mi concentrai sul giorno in cui mi abbandonò. Mi guardai ancora allo specchio, per verificare il colore degli occchi, erano viola, quindi il mio mana era molto elevato. Aspettai a testa china, seduta sul gradino davanti a casa sua, finchè non sentii i suoi passi. Alzai lo sguardo e la vidi.
     
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    Ice

    Ero arrivata quasi a casa, quando vidi Yami.
    Non c'era bisogno che mi dicesse nulla. Dal suo sguardo si capiva tutto. Sorrisi tristemente e la guardai. La mia vita non era mai appartenuta a me, ma sempre a qualcun'altro. Anche in tutti quegli anni lontana da lei, sapevo che ero sua, e che prima o poi sarebbe venuta a vendicarsi. Mi tolsi lo zaino, facendolo cadere nella neve, presto seguito dall'arco e dalle frecce. La spada stava in casa, quindi non avevo altre armi addosso.
    Guardai i suoi occhi, pensando che non li avevo mai visti di quel colore, di quel viola acceso. E notai che portava ancora il mio fiocco.
    Era strano che quella cosa mi rendesse felice e triste allo stesso tempo.
    "Siete venuta a riprendervi la mia vita?"
     
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  9. Homu
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    Yami

    La guardai. Perché aveva abbandonato le armi? Perché mi aveva fatto quella domanda? Cosa pensava che fossi venuta qua a fare, a prendere un po' di the e a parlare amorevolmente? Era ovvio che ero venuta qui per toglierle la vita.
    Evocai il mio arco e caricai una freccia. Lei non fece alcun movimento.
    Mi sentivo insultata. Come, prima mi aveva ferito, scappando, e adesso non voleva neanche combattere per quella che credeva la sua libertà? Mi stava prendendo in giro?
    Feci sparire la freccia e corsi verso di lei, assestandole un calcio al fianco. Lei cadde rovinosamente a terra, allora salì a cavalcioni su di lei, spingendo una lama del mio arco verso il suo collo.
    -Difenditi Ice! Combatti per quello che hai ottenuto ferendomi!- urlai fuori di me. I miei occhi non erano mai stati così viola come lo erano adesso, riflessi nei suoi occhi ghiaccio.
     
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    Ice

    La guardai evocare il suo arco, ricordando le volte in cui ci eravamo allenate assieme, e la osservai mentre evocava la freccia. Nonostante il mio istinto mi urlasse di scappare, rimasi lì, senza muovermi.
    Il suo calcio fece male, e mi sbilanciò, facendomi cadere e dandole l'occasione per salire su di me, sentendo il metallo freddo della lama contro il mio collo. Sentivo il mio cuore battere tranquillo: non mi importava di morire in quel momento, se era lei a uccidermi.
    "Ciò che ho ottenuto ferendoti? L'unica cosa che ho ottenuto qui è non avere più frustate. Ma i ricordi rimangono, così come la consapevolezza che questa non è mai stata una vera libertà. Non appartengo a questo posto. Forse, l'unica persona che non mi ha giudicato, eri stata proprio tu. Vuoi uccidermi? Fallo" - Mentre parlavo la guardavo negli occhi, dicendo tutto ciò che pensavo in quel momento, senza riflettere.
     
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  11. Homu
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    Yami

    Come poteva dire quello? Per lei...il resto non...non aveva avuto importanza?!
    Trattenni a stento delle lacrime.Non volevo dimostrarmi debole davanti a lei. Io ero un demone purosangue, non avevo bisogno di nessuno. Di nessuno. Però faceva male.
    "Non puoi limitare quello che c'è stato tra noi in questi decenni solo alle frustate!" le dissi scostando un poco la lama dal collo
    "Ah già, ero anche la tua sacca di sangue" disse lei continuando a guardarmi
    Era lì, potevo ucciderla così semplicemente in questo momento. Era indifesa. Era in mio potere. Eppure non volevo ucciderla in questo modo.
    Era lì, era vicino a me. Eppure sentivo quel freddo che non mi aveva lasciato da quando lei mi aveva abbandonata. Lei che era la mia famiglia, la mia migliore amica, la mia confidente, l'unica cosa che mi era rimasta nel mio mondo. Sorrisi tra me al pensiero che non le avrei mai detto queste cose.
    "Difenditi!" le ordinai con un tremore nella voce.
     
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    Ice

    Notai i suoi occhi diventare lucidi, mentre ascoltava le mie parole. Alla sua frase risposi freddamente, forse troppo.
    Sentivo il freddo della neve su cui ero bloccata, e mi chiesi in quegli anni, cosa avesse provato. Era vero. Non potevo limitare tutto alle frustate, non tutto ciò che avevamo passato assieme. Alla sua frase scossi la testa, ferendomi leggermente con la sua lama. Era un graffio, niente di più.
    La riguardai di nuovo negli occhi, notando che ora sembrava sul punto di piangere. Allungai la mano, accarezzandole la guancia, asciugandole quell'unica lacrima che era uscita. Ora che ci pensavo, non avevo mai saputo se la mia pelle fredda le dava fastidio o no.
    "Non mi difenderò, Yami. Fa di me ciò che vuoi"
     
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  13. Homu
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    Yami

    Vidi quella sottile striscia di sangue sul suo collo e istintivamente la leccai. Un'ondata di ricordi mi invase e un'unica lacrima mi rigò il viso.
    Prontamente lei mi me la asciugò. Quanto mi era mancato il contatto delle sue mani sulla mia pelle. Erano fresche e liscie, nonostante le numerose ore passate con la spada in mano.
    La sua frase mi fece scendere altre lacrime. Perché si arrendeva così? Davvero la sua vita non aveva nessuna importanza?
    Mi alzai da lei facendo scomparire l'arco e slegandomi il fiocco che una vita fa mi aveva regalata una persona.
    "Tu non sei più Ice Darkaga. Non sei più colei che avevo come mia campionessa. Non lo sei più. "lasciai cadere il fiocco su di lei e continuai, tra leggere lacrime "Viviti la tua vita, nessuno"
     
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  14.     +1   -1
     
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    Ice

    Non mi aspettavo di sentire la sua lingua sul graffio sul collo e arrossii lievemente, guardandola rialzarsi. Presi il fiocco, rialandomi anche io.
    "Hai ragione Yami, non sono più la tua campionessa. Non lo sono più da quando ti ho tradita, ferendoti. Non ho più un nome da quando ho infranto la promessa che avevo fatto di proteggerti. In tutti questi anni sarei dovuta essere al tuo fianco, non qui ad aiutare queste persone. Per questo ti sto dicendo che la mia vita è nelle tue mani. Perché dire altro sarebbe falso. - mi avvicinsai a lei, guardandola negli occhi - se fosse un'altra persona a tentare di uccidermi, mi difenderei senza esitazione. Sei tu la mia unica padrona, l'unica che può reclamare la mia vita"
     
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  15. Homu
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    Yami

    Che cosa indegna, stavo per mettermi a singhiozzare per un mezzodemone. Mio padre mu avrebbe diseredata un'altra volta se avesse assistito alla scena.
    Il bello era che non capivo il perchè di questo mio sentimentalismo. Perchè solo lei riece, ogni volta, a buttare giù la muraglia eretta a protezione del mio cuore?
    Ascoltai le sue parole e la guardai mentre si avvicinava. Perchè mi diceva quelle cose? Perchè?!
    Indietreggiai lentamente, cercando di non pensare all'odore del suo sangue, che ni attirava più del lecito.
    "Allora, se sono la tua padrona... perchè anche, perchè proprio tu mi hai abbandonato?" Le dissu in un sussurro
     
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